Consegna con corriere espresso tracciato
Con l'acquisto di 2 titoli la spedizione è gratuita
Pagamenti sicuri con PayPal

Donhauser

Michael Donhauser

E come mani erano i miei occhi

Scelta, traduzione e cura di Gio Batta Bucciol

16,00 

2023
Poesia
16,00 euro
Pagine 168

ISBN 979-12-81270-02-2

Con l'acquisto di 2 titoli la spedizione è gratuita

Donhauser

E come mani erano i miei occhi

Il grande tema della natura contraddistingue la lirica di Donhauser e si intreccia più volte con quello dell’amore. Tuttavia l’esperienza amorosa non è rappresentata, ma soltanto accennata: onde di ricordi assalgono il soggetto per suggestione e attrazione emotiva, il che si riflette nel verso rotto ma pur sempre fluente.
L’osservazione della natura e dei suoi oggetti è solo il punto di partenza dell’avventura poetica dell’autore: infatti la descrizione minuziosa, sfaccettata, reiterata – nel senso che ritorna sempre, arricchendosi, su se stessa – cede il passo a un gioco di associazioni, supposizioni e, in ultima analisi, di suggestive e soggettive fantasticherie sull’oggetto.
E nella lingua affiorano anche dissonanze che conferiscono alla lirica donhauseriana un alito di straniamento, come testimoniano le tarde elegie tanto cariche di inquietudine per il tempo che passa e di ricordo.

Incontro

Mai più ti vedrò in altro modo un’altra volta
Perché come passante
Perché come donna in veste di cotone
Io e ti ho vista che
Gettate le bottiglie nel contenitore
Salita sul marciapiede
Dileguata leggera come affidata alla sera
Eri solo movimento e sei
Solo andatura e neanche un batter d’occhio o che
Senza che ci si sia incontrati
E i nostri occhi solo salutati e come sarebbe
Possibile se così fugaci, perché tu non persa
Sei con te o altrove
Stata sei un oscillare di braccia, di capelli
Un’esitazione, e poi ancora

Michael Donhauser

Foto: Isabel Wagemann

Michael Donhauser (Vaduz 1956) vive per lo più a Vienna ed è considerato tra i migliori poeti in lingua tedesca della sua generazione.

Ha cominciato la carriera letteraria con Der Holunder (Il sambuco), apparso nel 1986. Sono seguite le raccolte di versi: Die Wörtlichkeit der Quitte (La letterarietà della mela cotogna), Dich noch und (Te ancora e), Sarganserland (Terra di Sargans). È autore di racconti, saggi, del romanzo Livia oder die Reise (Livia o il viaggio) e di Waldwand (Parete boschiva), una parafrasi di Witiko, il romanzo di Adalbert Stifter.

Gio Batta Bucciol

Gio Batta Bucciol (Oderzo 1940), dopo essere stato per diversi anni lettore d’italiano in Germania, all’Università di Tübingen, si è trasferito all’Università di Verona, dove ha insegnato letteratura tedesca indirizzando la sua ricerca soprattutto su Friedrich Schiller, Wilhelm von Humboldt, la lirica del Vormärz e le tematiche della Junges Deutschland.

Per questa casa editrice ha curato e tradotto una ricca scelta di aforismi tratti dal Viandante cherubico di Angelus Silesius.