I. Le Dominati. I Notturni.
18,00 €
2023
Poesia
18,00 euro
Pagine 168
ISBN 979-12-812700-3-9
«Dura e segreta è la mia anima». La morte, l’amore, la vita: avrebbe potuto essere questo il motto di una ragazza che adorava la poesia di Éluard e di Baudelaire. Tanto più che, a differenza della maggior parte dei poeti che con il pensiero della fine intrattengono solo un legame intellettuale, Alicia Gallienne ha dato del tu alla morte negli anni dell’adolescenza, fino ad affrontarla all’alba del 24 dicembre 1990, qualche mese dopo aver compiuto vent’anni. Le sue poesie sono quelle di una radiosa ragazza di diciassette, diciotto e diciannove anni, di una giovane donna appassionata, coltissima, dall’animo vigoroso, a un tempo tenero e inespugnabile, che ha vissuto intensamente il destino di una cometa. I suoi versi, precisi e incandescenti, sono carne dolorante che dice di sì alla vita, alla voglia di gioia e di pathos, sono l’eco commossa di un destino che non smette di ardere, sintesi sconcertante di tenebra e di folgore.
E penserò a te Dio mio
Di cui avrò forse dimenticato il nome
Allora lascia che ti odi
Senza piangere
Come quest’acqua stupida
E mal suddivisa
Che cade dal cielo
Ma cade dove non è necessario
Lascia che ti odi
Per tutti quelli che non puoi
Liberare dal male
Lascia che ti odi a lungo
Per persuadermi che ci sei ancora
Per persuadermi che ci sono ancora
Là dove avanzano le correnti umane
Come macchine
Con occhi pieni di niente
Alice Gallienne, ottobre 1990, foto di Alvaro Canovas
Alicia Gallienne (Parigi 1970 – ivi 1990) muore, ventenne, per una malattia incurabile. Tra il 1986 e il 1990, gli ultimi quattro anni della sua coraggiosa, straziante e appassionata esistenza, ha scritto centinaia di poesie. Grazie soprattutto a suo cugino, l’attore Guillaume Gallienne, i suoi versi sono stati «ritrovati» nel febbraio 2020, a tre decenni dalla morte, e pubblicati da Gallimard con il titolo L’autre moitié du songe m’appartient. Il libro ha avuto uno straordinario successo di critica e di pubblico. «Non m’importa quello che lascio, mi basta che la materia si ricordi di me, basta che le parole che vivono in me siano scritte da qualche parte e mi sopravvivano».
Francesco Zambon (Venezia 1949) è professore emerito di Filologia romanza presso l’Università di Trento. Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica). Ha scritto inoltre su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei. Con questa casa editrice ha pubblicato L’iride nel fango. L’anguilla di Eugenio Montale; curato Messaggio di Fernando Pessoa e Il mio solo fratello. Ritratto di Goffredo Parise di Nico Naldini.
Schio,
Biblioteca Civica, via Carducci, 33
Incontro con Bianca Tarozzi
In dialogo con Andrea Molesini
Francoforte,
Frankfurter Kunstverein
Markt 44
The sound of words in Italian and European poetry
Poesia e musica: Marita Liebermann intervista Andrea Molesini
Francoforte,
Frankfurter Kunstverein
Markt 44
Stand Molesini Editore nel foyer della Galleria
Nell’ambito della mostra La presenza dell’assenza – Materie e tracce/impronte di vita nel tempo
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