Nota soprattutto per la sorprendente capacità di comporre poemetti narrativi, novelle in versi, le sue poesie sono inconfondibili per la loro felicità.
È possibile dire seriamente una cosa simile di un poeta contemporaneo? Forse è possibile ma è raro. Per più di un secolo la musa dominante in poesia è stata l’angoscia, non la felicità. I pochi poeti che hanno fatto eccezione sono stati quelli più narrativi e descrittivi, come Gozzano, Saba, Bertolucci, gli inventori di una micro-poetica del presente o del passato, gremita di scene, luoghi spariti, figure e storie di una volta, spazi definiti, oggetti desueti, nomi propri, favole di identità, con una nostalgia estatica di momenti edenici. E tutto questo in versi. Voglio dire in veri versi, versi regolari, riconoscibili, i più praticati e praticabili in lingua italiana, maneggevoli come semplici e irrinunciabili utensili domestici: in prevalenza endecasillabi, frequenti settenari, ogni tanto un quinario, a volte una rima.
Bianca Tarozzi sembra abbia imparato dagli inglesi o dagli americani (che ha tradotto) ad accettare la felicità di comunicare in versi di «senso comune», non sublimi né sibillini. È questa felicità che afferra subito il lettore: la felicità di trasgredire a una norma o convenzione attuale (la poetica enigmistica in versi liberi) per ritrovarne una in disuso, come si trova un favoloso tesoro nascosto in soffitta: la lingua di un microcosmo familiare, infantile e remoto, sottratto alla tirannia del presente.
Alfonso Berardinelli
Gli anni migliori della nostra vita
Gli anni migliori della nostra vita
furono forse gli anni
senza pensieri –
anni infantili, veri,
anni senza un orario,
durati a lungo, più del necessario.
Due mesi a casa con la scarlattina
col teatrino e con lei tutta per me:
che pacchia esser malati,
lei con me
senza gli altri, le altre, tutta mia
mia madre, e io
con la mia malattia
senza nessun dovere
salvo la medicina:
perfino essere tristi era un piacere!
Gli anni migliori… gli anni solitari
dell’isola, coi libri e la poesia
e la bambina, mia?
La mia finestra
dritta sul cielo,
un angelo di pietra
in linea d’aria
mio vicino di casa.
E poi, discreti e rari,
gli ospiti, sedentari.
Gli anni migliori…
quelli dell’inganno
amoroso, del danno
perpetrato a se stessi?
Oppure gli anni
della vecchiaia, stanchi,
senza un paesaggio
senza una finestra
ma dentro, nella testa,
le parole, l’omaggio
ai cari estinti, il viaggio
nel passato remoto.
Nei sogni ricorrenti
ricerco la stazione,
un luogo, un segno
conosciuto, il percorso
del ritorno, un ritorno
all’eterno che aspetto,
da cui vengo.
Senza mappe il mio viaggio
solitario
e solo corollario questa terra
sempre straniera – mera
apparenza, rugosa superficie? –
e il cielo, più felice,
a strisce d’oro.
La linea della vita
che si interrompe a un tratto
è profonda ferita
incisa nelle palme.
Belle linee scandite,
linee amiche,
o le appena accennate,
le musiche perdute:
strade presenti nella mente, incontri,
labirinti possibili, attraenti.
Il tempo delle musiche, del canto
dispiegato,
invisibile, accanto
risuona, in sogno.
Non anni, istanti,
i preziosi momenti
quando il fuoco si alza,
oscilla e balza
nel caminetto, danza
insieme all’ombra
sulle pareti e muta,
trasfigura la stanza.
Bianca Tarozzi (Bologna 1941) vive a Venezia e a Milano. Ha insegnato letteratura inglese e anglo-americana a Venezia, Milano e Verona; ha tradotto poesie di Elizabeth Bishop, Emily Dickinson, A.E. Housman e Robert Wilbur, oltre ai diari di Virginia Woolf.
Ha scritto 10 raccolte di poesie, tra cui Nessuno vince il leone (1988), La buranella (1997), Il teatro vivente (2006, l’edizione americana The Living Theatre è del 2017) e il romanzo Una luce sottile (2015, Iacobelli Editore) in cui racconta la storia della propria famiglia dal 1922 al 1932.
Vincitrice del prestigioso Lannan Foundation Award (2017), di una Rockefeller Fellowship e del premio letterario dell’Unione Lettori Italiani.
Trento
Palazzo Paolo Prodi, Via Tommaso Gar 14
Apocalisse e poesia
Convegno internazionale SEMPER – Seminario permanente di poesia
Presentazione del volume I trovatori di Dante, a cura di Francesco Zambon, con un saggio di Claudia Di Fonzo
Bologna
Aula Prodi, Piazza San Giovanni in Monte 2
Un pomeriggio ricordando
Alfredo Rizzardi e Raffaele Cocchi
Bianca Tarozzi presenta la raccolta poetica di Alfredo Rizzardi Da una fessura di abbaino
TRIESTE
Libreria LOVAT, Viale XX Settembre, 20
Luigi Natale presenta la raccolta “Neve vento sassi”
Dialoga con l’autore Andrea Molesini
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